Non facciamoci illusioni signore e signori, non creamoci alibi. Viviamo in solitudine da secoli, ormai.
Viviamo in famiglie cosidette tradizionali che ci hanno cresciuti secondo valori ben saldi.
Mentre siamo isolati a causa di una pandemia da Covid 19, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ci informa
che la nuova epidemia sarà la più diffusa malattia del pianeta. Si tratta della depressione, un'epidemia
di portata mondiale.
A tal proposito spenderò due righe dicendo e credendo fermamente nel fatto che da troppi anni non
facciamo altro che creare e costruire un mondo che ci isola sempre di
più attraverso la tecnologia, l'ignoranza, l'istinto brutale, la violenza.
Le uniche armi di massa che ci uniscono sono il lamento, la protesta, la denuncia, la recriminazione, il reclamo, il complotto,
il piagnisteo.
Ora mi chiedo: che mondo è un mondo unito che si lamenta? Contro chi siamo? Siamo uniti per fare cosa?
Tutto torna. Siamo soli e siamo figli di una depressione mondiale annunciata da tempo.
Il mondo è infetto, rozzo e crudele, figlio di società last minute, senza comunicazione, prive di pensiero.
Usiamo gingilli modaioli per inviarci finte preghiere, bestemmie, file audio, video senza senso e senza alcun senno.
Oserei proprio dire che da troppi anni ormai viviamo alla giornata, tiriamo a campare senza obiettivi, giriamo senza
meta, parliamo senza sapere.
Il mondo parla, parla, ciarla, prega via whatsapp, cambia immagini profilo, ci informa che sta mangiando,
recita rosari contaminati ed il potere che dovrebbe logorare
è invece il nostro fine, il nostro traguardo dignitoso che permetterà all'umanità di darsi un tono altisonante. Il nostro fine
languido e amorevole. Il nostro "je t'aime".
Un mondo ipercapitalista incentrato sull'economia, sul Dio denaro, sul "capitale asociale".
Credendo nella laicità dei fatti, non credo più a niente se non a ciò che vedo ma sento fermamente di dover dire
che non vedo più ciò in cui credo.
A tal proposito cito Ballard, uno dei Maestri del Fantascientifico: «Il futuro è morto, e noi siamo sonnambuli in un incubo».
Occorre però stare attenti per non cadere nel pessimismo cosmico, signore e signori.
Potreste recriminarmi questo ma non sono nè ottimista nè pessimista. Tendo semmai a ribadire che sono realista.
Pensate per caso che dalle nostre case
parta una solidarietà d'altri tempi? pensate forse che dalle nostre belle dimore storiche e non si muova, decolli
o prenda il via qualche pensiero o idea che ci stimoli ad essere più buoni?
Cazzate! Vedo ciò in cui non credo perchè il mondo è infetto, rozzo e crudele.
La gente è infetta, rozza e crudele.
Il virus della solitudine è diventato pandemico, epidemico, virale, infettato da secoli e secoli di menzogne.
Da un punto di vista prettamente filosofico potrei affermare che questo virus è figlio del Nulla nato dal Nulla.
E' figlio di una mancanza atavica di pensiero. Non pensare infetta. Non pensare fa soffrire. Non pensare provoca la morte.
Il venti venti
Scrivimi una risposta