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«Innanzitutto Dio non esiste». Fu questo l'incipit del Professor Mikail Nebulovskji alla Conferenza di Disciplina Scientifica e Religiosa tenutasi all'Università di Zurigo.
«Dio non esiste ed è tutta un'invenzione dell'uomo. E' palese e tangibile che sia esistito come uomo ma anche Giulio Cesare e tutti gli Imperatori romani sono esistiti come uomini ma la popolazione non ci ha costruito chiese, venerato idoli, scritto Bibbie eccetera, eccetera. Occorrerebbe quindi rinsavire. Smettetela di pregare e commettete atti d'amore».
Dalla Sala una voce ferma si levò:
«Che significa tutto questo?.»
«Chi è che sta parlando?»
Un uomo basso di statura si alzò dal fondo dell'aula: «Sono io, sono il giornalista del giornale Italia News Carlo Diobene:
«Lei?» Il Professor Nebulovskji si lasciò andare ad una risata assordante tanto che gli assistenti furono costretti ad allontanare il microfono. Il Professore si calmò e continuò:
«Lei vuol sapere cosa significa ciò che sto dicendo? Cosa significa cosa?»
«Il suo invito di smettere di pregare, insomma, cosa significa commettere atti d'amore? Coloro che credono in Dio non li stanno forse commettendo? Si spieghi meglio, grazie»
Il giornalista si sedette ed aspettò la risposta in un silenzio quasi surreale. Tutta la sala rimase per pochi secondi in un'attesa quasi sospesa. Le parole che dovevano essere pronunciate come risposta erano rinchiuse in qualche aeroplanino che stava per planare in quell'aula gremita di gente.
La Conferenza d'altronde era la più importante del pianeta e si teneva una volta ogni cinque anni in un ateneo diverso. Stavolta era toccato all'Università di Zurigo, un antico e prestigioso ateneo fondato nel 1800.
La risposta arrivò prontamente dopo uno schiarimento di voce:
«Lei si chiama Diobene, Dottor Diobene e chiede a me cosa intendo dire quando invito questa prestigiosissima platea a non pregare, giusto? Ma io credo che lei abbia capito bene ma forse è rimasto un po', come dire, offeso dalle mie esternazioni. Ebbene le dico che pregare è una bestemmia. Pregare è cosa assai importante. Non si può pregare un Dio così tanto per pregare.»
Il tono di voce si alzò ed il Professore continuò assumendo una gesticolazione alquanto decisa e perentoria:
«Che bisogno c'è di pregare se commettete atti d'amore? Bisogna iniziare ad amare seriamente. E' tutta una farsa. Si crea il male per poi debellarlo con le preghiere?
Rispondetemi, che bisogno c'è di creare guerre, denaro, ingiustizia se poi ci si rivolge a Dio per sconfiggere tutto questo? L'uomo ha forse bisogno di questo?
Prendete la vita di un piccolo e misero individuo come me che vive una vita nella norma. Pensate che io commetta sempre atti d'amore? Ora non fatemi scadere nell'ovvietà della faccenda. Non parlo di amare col sorriso sulle labbra ma parlo di vivere una vita degna di questa esistenza. Siamo miseri. Siamo animali in gabbia. Siamo poveri dentro!!
La scienza cosa può in tutto questo? Cosa posso fare in qualità di scienziato? Posso inventare qualcosa che porti al bene. Se lei caro Dottor Diobene fosse credente farebbe di tutto per creare il bene e non mi dica che glielo impediscono. Lei faccia il suo, perdinci.»
La Disciplina
Nebulovskji battè il pugno sul tavolo e concluse con un tono di voce irruento, infastidito, arrabbiato e fissò la platea al di sopra dei suoi occhialetti color argento. Ci furono momenti di tensione e di bisbigli in sala. Il giornalista italiano Diobene si sentì sotto ai riflettori ma abituato a tutto ciò intervenne di nuovo:
«Non c'è bisogno di arrabbiarsi caro Professore poiché il bene o l'amore come lo chiama lei in questo modo va a farsi fottere. Mi dica invece cosa potrebbe consigliare un uomo di scienza come lei ad un uomo di tutti i giorni come me. Quali basi suggerirebbe per commettere atti d'amore?»
«La disciplina! Non cadere nei tranelli della massa. La gente ci pone dei tranelli. Ci chiede pareri, opinioni, ci chiede quindi di parlar male di tutti e di tutto. Dobbiamo essere polemici. Ci invitano ad essere polemici. La disciplina caro Signor Diobene. Non bisognerebbe parlare del superfluo. Bisognerebbe invece rapportarci con l'obbiettivo di costruire qualcosa. Cosa? Un ponte, una porta, un rapporto, un programma, un concerto, un'organizzazione, un pranzo, una passeggiata, ciò che volete. Poi basta. Oltre ciò non bisognerebbe fare e dire altro. Cosa sono tutte queste ciarlate? Telegiornali inutili, rotocalchi, amori, racconti, sceneggiate, ditemi, a cosa servono? Bisognerebbe tornare alla nostra coscienza. Della coscienza vi parlerò alla prossima Conferenza ma il primo atto d'amore è quello di tornare in noi stessi, rinsavire, non cadere nei tranelli. Se non farete ciò Dio non esisterà per nessuno. Dio non esiste!!!! Smettetela di parlare e commettete atti d'amore. Smettetela di pregare e commettete atti d'amore!»
Nebulovskji prese i suoi fogli ed abbandonò l'aula facendosi il segno della croce e concluse:
«Se non farete ciò che vi dico questa sarà la Croce che vi porterete dentro la tomba».
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