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Il tizio col giubbotto di pelle era un libro punk. Oggi non si definisce un gran lettore ma crede di immedesimarsi direttamente senza vie di mezzo ad un libro punk. Un giorno una signora gli chiese se fosse felice. Aveva circa venti anni, credo. Non rispose ma si mise a ridere. Meglio, sorrise. Era un libro punk aperto. Oggi ha una storia controversa fatta di viavai di fughe e di ritorni, ha una storia fatta di soste lunghe e ben ancorate. Non pensa di essere un grande ammiratore della buona reputazione ma tiene a se stesso. Un minimo. La buona reputazione la lascia ai ricconi, alla cosiddetta gente perbene, la lascia volentieri a chi la vuole.
A vent’anni il tizio fu strafottente. Una signora gli chiese se fosse felice e lui non rispose, ma anzi, le fece un sorriso, forse un ghigno, non ricorda bene. Girò poi la coda e se ne andò. Credo che ancora sia curiosa di sapere se fosse veramente felice e più che altro se lo è ancora. Oggi lui risponde che lo era. La felicità non si districa dai problemi. Non aveva problemi, aveva vent'anni. Ma poi, cos’è la felicità? Un calcio in culo? Una risata? Una serata in buona compagnia? Quanto dura la felicità? Un giorno? Un mese? Un anno? Per sempre? Chi è il mentore della felicità? Gli eventi della vita possono distoglierci dalla felicità?
Azzarda una risposta ad una delle tante domande: il mentore della felicità è lui, il tizio col giubbotto di pelle. Della sua felicità, si intende. Lui è un libro punk felice. Ha ascoltato tanta robaccia divertendosi e canzonando la borghesia. Oddio, quanto l’ha canzonata. L’ha derisa, denigrata, l’ha buttata via. Non l’ha mai vista di buon occhio. La borghesia è maggioranza. Cosa te ne fai di tanta gente che sgomita per farsi notare pronta a calpestare i più deboli? Tanto vale ritenersi deboli per schierarsi tra le minoranze, dice con veemenza. Le minoranze sono simpatiche in quanto tali. Loro sono punk. Sono libri punk aperti. Semmai li trovaste chiusi apriteli. Sono veramente interessanti da leggere.
Giudizio Sociale
Un libro punk è pieno di solide frasi fancazziste. E’ anche irriverente ma non crea quel fastidio beffardo. Crea anzi una curiosità pura, trasparente una curiosità fanciullesca. Lui è un libro punk aperto. Ama la semplicità e un certo cattivo gusto sottile del vivere quotidiano. Non ama le convenzioni, la forma, le apparenze. Si è fatto crescere la cresta apposta. Un crestone di dieci centimetri alto, proprio al centro della testa. Pare incollato, fisso, diritto ed eretto, su, fino al soffitto, fino al cielo. Lui è punk. Punk e basta! Ha una cresta nel destino. Una cresta fatta di idee, contenuti che non combaciano con gli usi e i costumi. Con quel suo modo di fare non lo amò nessuno e fu condannato dal Ministero del Giudizio Sociale.
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